domenica 1 dicembre 2013

Baby-squillo, alcol, pasticche e il branco di Molfetta: a Domenica Live, l'"inferno dei ragazzi"


Riflettori puntati su quello che viene definito l’“inferno dei ragazzini” negli studi di Barbara D’Urso per aprire la nuova puntata di Domenica Live.
Si comincia dagli arresti domiciliari di Gabriele Paolini, raccontati attraverso gli occhi di chi lo conosceva, anche solo di vista, per capire cosa si potesse intuire o meno in merito ai rapporti con minorenni, per i quali è sotto accusa.   E ovviamente, la parola viene data ai suoi “discepoli”, quelli che, seguendo il suo esempio, si mettono dietro le telecamere. Non dalla D’Urso e non oggi, ovviamente. Oggi i riflettori sono tutti per loro e, in particolare, per Niki, giovane allievo di Paolini. Anche mentre citofona a casa del maestro per chiedere notizie.  Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Minori, commenta duramente l'intervento: "La vostra presenza qui è un dramma nel dramma". Altrettanto netta la risposta di Niki: "Siamo stati invitati". E dopo queste parole, in effetti, poco c'è da aggiungere.  Si torna così a stretto giro, sul fenomeno delle baby-squillo: sono pochi i casi di questo tipo, ribadisce Barbara D’Urso, partecipando al dibattito tra gli ospiti in studio, ma bisogna parlarne per far capire ai ragazzini che questo non si fa.  Il “poco” ribadito a parole sembra prendere altre misure nei servizi mostrati, riproponendo estratti delle trasmissioni “Lucignolo” e “Le Iene”. Il primo problema evidenziato è l’abuso di alcol. “Ci sono anche ragazzi che invece di berlo, lo usano come collirio, assumendolo dagli occhi, perché arriva prima al cervello”, rivela la conduttrice. Poi c’è l’uso di pasticche.  Nel mezzo, immagini di preparativi per serate, ragazzine che tolgono le scarpe basse e mettono i tacchi, si truccano e mostrano generosamente il decolleté, e ragazzini che fanno i “cretini” con le amiche, in un comportamento che il padre di uno dei ripresi definisce “da animali”. E ancora, ragazzine in minigonna che ballano stringendosi a un palo in una sorta di baby – e soprattutto domestica – lap dance.  Dal comportamento leggero al servizio sul branco. Si parla del caso Molfetta e della ragazzina violentata da dieci ragazzi, alcuni dei quali oggi maggiorenni. A parlare, in più servizi, sono i genitori degli arrestati e la moglie di uno di questi. Per tutti la dichiarazione è ovvia: il parente accusato è innocente.  Sarà la giustizia a fare il suo corso. Intanto, i parenti assicurano che la ragazzina ha mentito. E c’è perfino la madre di un accusato che garantisce che il figlio, accusato, con la ragazza avrebbe voluto una storia seria, ma poi vedendo il suo comportamento, si era tirato indietro. “L’ha vista con tutti quelli, non si è avvicinato, non ha osato”, assicura la madre.
In studio si criminalizza chi, riferendosi a una vittima di stupro, dice “se l’è cercata”, ma intanto i servizi puntano l’indice contro la vittima di quella che Barbara D’Urso definisce “presunta violenza”. E sul caso Molfetta cala il sipario e si chiude il dibattito.

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