mercoledì 18 dicembre 2013

Serial killer evade dopo un permesso-premio. Il carcere: "Omicida? Non lo sapevamo"


Dopo Donato Bilancia, ecco Bartolomeo Gagliano. Il serial killer italiano sembra scegliere sempre lo stesso scenario, la Liguria. Perché - 15 anni dopo l’incredibile scia di sangue lasciata da Bilancia, poi condannato a 13 ergastoli per aver commesso 17 omicidi - in queste ore il terrore corre ancora lungo le strade liguri. In fuga c’è infatti un altro assassino seriale: come il suo più noto predecessore, anche Gagliano (54enne di origini siciliane) uccide con un movente a sfondo sessuale: le vittime finora sono due prostitute e un omosessuale.  LA FUGA PREMIO E’ l’alba di mercoledì quando Gagliano ferma un panettiere a Savona, minacciandolo con una pistola, e si fa portare in auto a Genova, dove doveva rientrare in carcere dopo un permesso-premio per visitare la madre. In galera però non è più tornato, facendo perdere le proprie tracce. «È pericolosissimo», dice il pm Alberto Landolfi, in servizio a Genova ma che ha trascorso tanti anni in Procura a Savona dove il pluromicida evaso è stato protagonista di numerosi episodi criminosi. Tra i precedenti anche rapine ed un conflitto a fuoco con un tassista nel quale una ragazza rimase miracolosamente illesa.  CACCIA ALL'UOMO La questura genovese ha deciso di fornire tutti gli elementi per evitare che qualcuno finisca nelle grinfie del serial killer: «L'evaso Bartolomeo Gagliano ha utilizzato per la fuga una Fiat Panda Van color verde con paraurti e specchietti neri targata CV848AW», viene comunicato. La caccia all’uomo è stata aperta in tutta Italia.  I PERMESSI Inconcepibile però la questione dei permessi-premio, che Gagliano chiedeva in continuazione. Possibili pure per un detenuto che figura in cima alla lista della pericolosità sociale? «Non sapevamo che avesse quei precedenti penali, da serial killer. Per noi era un rapinatore», afferma ora il direttore del carcere genovese di Marassi, Salvatore Mazzeo. Pare che la condanna per gli omicidi, successiva ad altre, non fosse a conoscenza dei vertici penitenziari. Eppure Gagliano, in precedenza, si era anche tagliato con una lametta la vena del braccio e aveva rischiato di morire dissanguato, salvato solo l'intervento della polizia penitenziaria. «Episodio gravissimo che richiede un accertamento molto rigoroso», dice il ministro Anna Maria Cancellieri riferendosi all’evasione del serial killer. In Liguria (e non solo) hanno paura.

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